Aumento dell’aliquota iva dal 21% al 22%

Come un fulmine a ciel sereno che però tutti si aspettavano è arrivato anche il tanto atteso aumento dell’aliquota iva del 21%.
Quello che sarebbe semplicemente stato l’ultimo giorno per l’invio dei modelli unico è diventato anche l’ultimo giorno dell’aliquota iva al 21%.
Dalle 24,00 di oggi scatterà così l’aliquota al 22% e le tanto attese promesse di un ennesimo rinvio si sono impantanate sui venti di crisi del Governo, con le ben note notizie che tutti oramai conosciamo.
Inutile dire che come in tutti questi simili frangenti, noi dottori commercialisti siamo stati il crocevia delle ovvie, scontate e sacrosante lamentele dei contribuenti.
Una giornata in cui le ultime preziose ore sarebbero state necessarie per limare gli ultimi invii dei modelli unico, sono state altrettanto scandite dalle decine di telefonate dei clienti che volevano sincerarsi della conferma dell’aumento dell’iva, nella vana speranza che qualcuno di noi gli confermasse invece la notizia della ennesima proroga (sarebbe stata un’altra amabile e spiritosa farsa) di tale provvedimento.
 
Nulla di tutto ciò: da domani l’iva passa dal 21% al 22%, stop!!!
Ancora una volta la politica italiana resta con le mani in mano, decidendo l’impossibile per non decidere poi nulla, ognuno con l’elmetto in testa e la carabina carica (a salve), a darsele di santa ragione…ma si facessero almeno male, loro!!! Ed invece i “loro” sono sempre i contribuenti-cittadini, che si trovano fra l’incudine ed il martello: troppo facile sarebbe spiegare chi è l’incudine e chi è il martello.
 
È proprio vero: quando nel pollaio vi sono troppi galli non fa mai giorno. Sarebbe bastato quel pizzico di buon senso (da parte di chi??) e le cose sarebbero forse andate diversamente.
E così sia: ai sensi dell’articolo 40 comma 1-ter, DL 98/2011, a decorrere dal 01/10/2013, l’aliquota iva del 21% viene aumentata al 22%.
Come già detto sarebbe stato possibile  scongiurare questo aumento solo con l’approvazione, da parte del Governo, di un Decreto legge e la successiva pubblicazione dello stesso decreto entro la data del 01/10/2013 (i decreti legge entrano in vigore il giorno stesso della pubblicazione in gazzetta ufficiale).
Le ben note cronache politiche delle ultime ore rendono vana questa ipotesi, per cui l’aumento dell’iva è oramai inevitabile.
Salvo blocchi di tale provvedimento, che farebbero slittare l’aumento dell’iva al 01/01/2014, (come da intenzioni iniziali del Governo) ma comunque successivi alla data del 01/10/2013,
da Martedì 01/10/2013 si deve applicare l’iva al 22% in luogo dell’aliquota del 21%.
In virtù di quanto appena esposto, dal 01/10/2013:
  • Tutte le fatture emesse dovranno avere l’aliquota esposta al 22%;

  • I registri dei corrispettivi devono presentare una ulteriore colonna della aliquota iva del 22%;

  • Per le cessioni di beni, l’aliquota del 22% si applica alle consegne o spedizioni effettuate a partire dal 1° ottobre, mentre per acconti incassati o fatture anticipate emesse fino al 30 settembre, resta dovuta l’IVA al 21%;

  • In relazione all’emissione di note di variazione (note credito e debito) in data successiva al 01/10/2013, si rende applicabile la medesima aliquota vigente alla data di effettuazione dell’operazione originaria. In tal caso posto che trattasi di una variazione di un’operazione già effettuata, il regime IVA di tale modifica è “collegato” al trattamento fiscale cui è stata assoggettata l’operazione originaria. Pertanto, se all’operazione originaria è stata applicata l’aliquota del 21%, in quanto effettuata prima dell’entrata in vigore dell’aumento, alla successiva nota di variazione (in aumento o in diminuzione) si rende applicabile la medesima aliquota del 21%, anche se il documento è emesso successivamente al 1° ottobre 2013;

  • Le Prestazioni di servizi, eseguite fino al 30 settembre, ma incassate e fatturate dal 1° Ottobre sono soggette all’aliquota del 22%;

Dulcis in fundo, le parcelle “proforma” emesse dai professionisti fino al 30 settembre (con iva calcolata al 21%) ma incassate successivamente: in tal caso sarà necessario “correggere” l’importo dell’IVA, aggiornandolo con la nuova aliquota del 22%.